Questo documento contiene un’analisi della direttiva 2001/29/CE del Parlamento europeo datata 22 maggio 2001 e riguardante «l’armonizzazione di taluni aspetti del diritto d’autore e dei diritti connessi nella società dell’informazione»; tale direttiva è oggi meglio conosciuta come European Union Copyright Directive (o con l’acronimo “EUCD” con il quale verrà sempre indicata in questo testo).
Verranno esaminati i passaggi più importanti, e illustrate le conseguenze legate ad una sua integrazione nelle legislazioni degli Stati membri dell’Unione europea (integrazione che nella stessa EUCD è prevista entro il 22 dicembre 2002).
Una legislazione equilibrata nel campo della protezione del diritto d’autore dovrebbe arrivare ad una mediazione fra gli interessi dei due attori in gioco, ovvero il produttore e il consumatore; l’EUCD invece stabilisce un’enorme disparità di trattamento tra le parti, poichè prevede una serie di modifiche agli ordinamenti giuridici degli Stati membri della Comunità europea destinate esclusivamente ad ampliare le possibilità di sfruttamento economico delle opere ed aumentare gli strumenti legali a disposizione dei colossi dell’editoria e del software.
Questa condotta dell’EUCD non può che risolversi in una chiara posizione di forza degli editori (appoggiati da una normativa favorevole ed estremamente severa) nei confronti degli utenti (privi di garanzie altrettanto chiare a tutela dei propri diritti).
Nel dettaglio, i problemi principali dell’EUCD sono riassumibili in tre punti:
Cercheremo di chiarire come la linea seguita dall’EUCD sia basata sull’imposizione di forti ostacoli ad una serie di esercizi (quali la ricerca sulla crittografia, la libera diffusione di informazioni ed il libero sviluppo di software) considerati pericolosi in quanto potenzialmente in grado di agevolare delle violazioni al diritto d’autore. Le restrizioni vengono richieste a tutti gli Stati europei, senza tenere conto delle conseguenze negative a carico di attività oggi perfettamente lecite e necessarie per l’intera società. Da questa condotta derivano dei pericoli sia per i diritti degli utenti, che per i diritti civili più fondamentali: sono infatti messe in discussione la libertà di ricerca ed espressione (sezioni 5 e 6), la garanzia di utilizzo ragionevole di un’opera da parte degli utenti (sezioni 4.1 e 8), la possibilità di sviluppo di nuovo software, in particolare software libero (sezione 4.1), la futura accessibilità al sapere e la possibilità di conservazione di materiale con rilevanza storica e documentaristica (sezione 7.1), la garanzia di poter difendere i propri diritti in un tribunale (sezione 6). Per quest’ultimo aspetto, in particolare, vedremo come l’EUCD diventi estremamente dannosa se applicata assieme alle innovazioni previste da un’altra direttiva, la 2000/31/CE sul commercio elettronico [4], che indebolisce enormemente la possibilità per gli utenti di poter difendere la propria libertà di espressione su Internet.
Infine, nonostante la direttiva venga dichiarata necessaria per il raggiungimento di una «armonizzazione del diritto d’autore», chiariremo come l’EUCD non porti alcuna nuova regolamentazione o garanzia nell’ambito dei diritti degli utenti (ovvero, nelle cosiddette “eccezioni al diritto d’autore”), ed anzi spesso introduca nuove incertezze o mantenga le differenze legislative tra i vari Paesi membri dell’Unione europea (sezione 8).
Questo documento sarà organizzato nel modo seguente:
Tutte le citazioni saranno tratte da documenti in lingua italiana, o saranno tradotte quando necessario.