Brevetti software in Europa:
votiamo per restare liberi
Il Consiglio dei ministri dell'Unione Europea ha ribaltato il rifiuto
del Parlamento europeo ai brevetti software in Europa. Nella riunione
del 17 e 18 maggio scorso, il Consiglio europeo dei ministri sulle
Competitività, a Bruxelles, ha rigettato gli
emendamenti che il Parlamento europeo aveva apportato
all'originale direttiva. Questa avrebbe introdotto in Europa una
legislazione sui brevetti software simile a quella in vigore negli Stati
Uniti e in Giappone, sulla quale la Federal Trade Commission
statunitense ha già espresso critiche e
riserve.
Il risultato del compromesso approvato dal Consiglio dei ministri è
addirittura peggiore della
proposta originaria, perché potenzialmente permette di brevettare
qualunque programma per elaboratore.
Una tale legislazione sarebbe deleteria per il tessuto
produttivo europeo legato alle moderne tecnologie, che è costitutito
in massima parte di piccole e medie imprese utilizzatrici o produttrici
di software. Infatti, una forte protezione brevettuale in questo campo
avvantaggia solo chi ha già registrato un gran numero di brevetti e può
quindi stringere accordi di non belligeranza con le altre grandi
imprese.
In questo modo si creano artificialmente delle "barriere all'ingresso"
per le nuove aziende, piccole o grandi che siano, limitando quindi
l'offerta ed impedendo la naturale diminuizione dei prezzi dovuta alla
competizione.
Il software libero è particolarmente vulnerabile ad una legislazione che
ammetta i brevetti software, perché le licenze libere permettono la
libera copia senza vincoli. Essendo quindi incompatibili con la
copertura brevettuale come normalmente adottata, i programmi
liberi sono costretti ad un pericoloso slalom nel campo minato dei
brevetti.
Grazie alle pressioni effettuate
dalle associazioni di categoria e da un movimento politico trasversale,
prima il ministro all'Innovazione e Tecnologia Lucio Stanca e subito dopo il
viceministro all'Economia e Finanze Mario
Baldassarri hanno dichiarato la loro posizione di contrarietà, ed il
Governo italiano si
è astenuto dal votare la risoluzione proposta dalla presidenza
irlandese, sponsorizzata da
importanti multinazionali del software.
Il nostro governo ha quindi svolto correttamente il proprio ruolo, ma
purtroppo questo non è stato sufficiente, a causa soprattutto del cambio
di fronte di alcuni
paesi che avevano espresso dichiarazioni di voto diverse. A meno che
qualcuno dei rappresentanti dei governi ritiri il proprio voto nella
prossima riunione di metà giugno, il testo approvato dal Consiglio
europeo di maggio sarà discusso dal nuovo Parlamento europeo nei
prossimi mesi.
I cittadini europei possono influire su questi eventi,
e indicare agli eurodeputati col loro voto la propria
contrarietà ai brevetti software, per una società che sia
centrata sui bisogni e le libertà del cittadino, piuttosto che sugli
interessi e le rendite di posizione di pochi.
È per questo che segnaliamo l'impegno che diversi candidati hanno preso
pubblicamente riguardo a diverse questioni, fra cui i brevetti software,
sottoscrivendo un
appello proposto da diverse associazioni.
Ed è per questo che teniamo a ricordare che gli eurodeputati Armando
Cossutta (GUE, Partito dei Comunisti Italiani), Cristiana Muscardini
(UEN, Alleanza nazionale), Marco Cappato (NI, Lista Emma Bonino) hanno
riconosciuto l'importanza della questione, orientando nel senso corretto
le scelte dei propri schieramenti quando il Parlamento Europeo votò in
proposito il 24 settembre scorso.
In particolare l'eurodeputato Marco Cappato, del Partito Radicale
Transnazionale, ha condotto l'organizzazione a Roma di una
conferenza sui brevetti software, contribuendo così a diffondere la
consapevolezza del rischio che il Parlamento Europeo ha di seguito
sventato con il suo voto. Cappato ha successivamente pubblicizzato,
assieme ad Emma Bonino, la necessità di opporsi alla direttiva come
originalmente concepita.
Infine, mettiamo a disposizione sul nostro sito un
riassunto del voto degli eurodeputati italiani sull'argomento,
perché ognuno possa verificarne il comportamento.
Altre informazioni sui brevetti software sono disponibili alla nostra pagina sull'argomento.
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