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Fotografia del sito dell'Associazione Software Libero a fine 2005

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Commenti alla bozza dell'AIPA sull'accessiblità dei siti web e dei programmi della pubblica amministrazione

Associazione Software Libero

Febbraio 2001


Indice

Premessa

Perché la premessa è sempre d'obbligo!

Questi sono i commenti dell'Associazione Software Libero alla bozza di regolamentazione dell'accessibilità dei siti web, della documentazione e dei programmi della Pubblica Amministrazione presentata dall'AIPA e resa disponibile all'indirizzo http://www.aipa.it/attivita%5B2/gruppi%5B18/accessibilita%5B3/bozza%5B1/strumenti.asp

Innanzitutto va fatto sicuramente un plauso all'iniziativa dell'AIPA di rendere pubblica la bozza prima di produrre un testo definitivo: davvero un'ottima idea.

Il linguaggio scarsamente tecnico e le raccomandazioni abbastanza vaghe fanno pensare che questo scritto è diretto ai responsabili "politici" della Pubblica Amministrazione, coloro che decideranno a chi affidare la realizzazione dei siti e dei programmi e che ne stabiliranno le linee guida.

Presentazione dello scritto

L'accessibilità viene individuata per due grandi filoni:

  • i siti web e più in generale tutta la documentazione presentata in formato html, anche quando non viene distribuita via rete ma su supporti fisici;

  • i programmi applicativi preparati per conto della Pubblica Amministrazione.

Con questa bozza si cerca di recepire le normative prodotte prima dall'ONU (in tempi abbastanza remoti per altro) e dall'Unione Europea poi.

Analisi del documento

La nostra analisi si è incentrata esclusivamente su quello che può riguardare il Software Libero per due ragioni:

  • fa parte dei nostri scopi istituzionali;

  • ci sentiamo di fare nostre alcune critiche mosse dall'interno della lista CyberRights (vedi http://www.ecn.org/lists/cyber-rights/200102/msg00449.html, http://www.ecn.org/lists/cyber-rights/200103/msg00104.html).

  1. Formati proprietari

    La prima cosa che salta con evidenza agli occhi alla prima lettura è l'assoluta mancanza di raccomandazioni che riguardino l'uso di formati proprietari nella distribuzione delle informazioni.

    Noi crediamo che l'uso, purtroppo assai diffuso in tutta la distribuzione di documentazione da parte della Pubblica Amministrazione, di formati proprietari sia un elemento di grave limitazione all'accessibilità di questa documentazione sia per la richiesta implicita di uso del software, sia per la potenza di calcolo e di rete richiesta per l'elaborazione di queste informazioni.

    In particolare, per i documenti stampabili, ci riferiamo ai testi resi disponibili esclusivamente in uno dei tanti formati doc per il programma di videoscrittura Word, formati spesso incompatibili fra loro anche fra diverse versioni del programma Word e comunque difficilmente utilizzabili senza di esso. Per la realizzazione di siti, ci riferiamo a quelli che per poter essere fruibili necessitano di particolari aggiunte proprietarie ai navigatori, come le aggiunte prodotte da Flashmedia.

    In tutto il documento AIPA le indicazioni su quali formati preferire per la memorizzazione e distribuzione delle informazioni risultano estremamente generiche come nel caso del punto d) del paragrafo "Criteri di applicazione delle regole di accessibilità", dove si dice:

    I documenti disponibili per lo scaricamento dovrebbero avere formati accessibili: HTML, RTF, testo...

    Noi crediamo che il testo di questo punto dovrebbe diventare:

    I documenti disponibili per lo scaricamento devono essere resi disponibili anche in formati accessibili quali: HTML, PDF, testo...

    Suggeriamo l'aggiunta del formato PDF (Portable Data Format) realizzato dalla Adobe, del quale sono pubblicamente disponibili le specifiche. Per tale formato è quindi possibile lo sviluppo e la manutenzione di lettori e scrittori senza bisogno di autorizzazione da parte dell'Adobe, ed infatti tali programmi esistono in versione libera.

    Lo stesso problema esiste anche per l'accessibilità dei siti web, problema affrontato in modo più chiaro all'interno della bozza, indicando come linee guida quelle stabilite dal consorzio del W3.

    Il proposito in effetti è valido e importante, vista l'attuale fiorire invece di tanti, troppi siti realizzati e progettati per l'uso esclusivo con il navigatore Internet Explorer di Microsoft e conseguentemente inutilizzabili da parte di chi vuole o è costretto ad usare altri navigatori.

    Lo stesso sito dell'AIPA utilizza il codice di caratteri Windows-1252 invece dell'ISO 8859-1, standard internazionale riconosciuto anche dall'Italia. Questa scelta causa problemi di visualizzazione su gran parte dei sistemi non Windows.

  2. Scarsa conoscenza dei sistemi operativi di tipo Unix.

    Nel paragrafo "Elenco delle configurazioni di tecnologia assistiva", al punto "3. Applicativo Unix" si dice:

    "Si intende che l'accesso avvenga tramite emulatore di terminale VT100 sotto Dos, per cui si ricade nel caso 2."

    lasciando sottindere che questa famiglia di sistemi operativi presenti la sola interfaccia a caratteri, il che fa pensare ad una conoscenza "per sentito dire" della famiglia dei sistemi Unix.

    Tutti i sistemi di tipo Unix distribuiti negli ultimi dieci anni sono dotati dell'interfaccia grafica X Windows, uno standard industriale il cui sviluppo è tuttora molto attivo, e le cui specifiche sono mature e pubblicamente disponibili.

    Per questo tipo di interfaccia, ma anche per l'interfaccia "classica" a caratteri di Unix è in corso un notevole sviluppo di software assistivo, vedi ad esempio http://ocularis.sourceforge.net.

  3. Questioni di licenze

    Un'altra mancanza notevole è quella che riguarda le norme consigliabili per la distribuzione della produzione informatica della Pubblica Amministrazione.

    Noi, in qualità di Associazione Software Libero, crediamo che lo scopo della produzione informatica della Pubblica Amministrazione sia di favorire la diffusione della propria documentazione; il mezzo migliore per raggiungere un tale fine è di adottare per i programmi una licenza di distribuzione che non ne limiti in alcun modo la copia e la diffusione, impedendo nel contempo ai terzi di cambiare i termini della licenza stessa. La copia e la diffusione dovrebbero essere consentiti sia in forma direttamente utilizzabile (eseguibili binari) che in forma modificabile (codice sorgente).

    Vanno in questo senso alcune recenti proposte fatte al Parlamento Italiano (vedi http://www.interlex.it/pa/emendam.htm) e recenti leggi accettate dal Parlamento francese. Una licenza di questo tipo, che è già stata ampiamente utilizzata da molti anni per numerosi programmi (uno fra tutti il sistema GNU/Linux) è la GPL di GNU:http://www.it.gnu.org/copyleft/gpl.html, di cui è disponibile una traduzione italiana: http://www.prosa.it/philosophy/gpl.txt.

    Riteniamo che l'uso di licenze di questo tipo possa favorire l'accessibilità dei programmi prodotti dalla pubblica amministrazione, in quanto garantire la libertà di modifica permette a chiunque, privati o aziende, di modificarli per adattarli a nuove piattaforme, di portarli su sistemi operativi non previsti all'inizio, di migliorarne l'usabilità prendendo il meglio da altri programmi distribuiti con le stesse modalità.

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