Commenti alla bozza dell'AIPA sull'accessiblità dei siti web e dei programmi della pubblica amministrazione
Associazione Software Libero
Febbraio 2001
Perché la premessa è sempre d'obbligo!
Questi sono i commenti dell'Associazione Software Libero alla bozza
di regolamentazione dell'accessibilità dei siti web, della
documentazione e dei programmi della Pubblica Amministrazione
presentata dall'AIPA e resa disponibile all'indirizzo
http://www.aipa.it/attivita%5B2/gruppi%5B18/accessibilita%5B3/bozza%5B1/strumenti.asp
Innanzitutto va fatto sicuramente un plauso all'iniziativa dell'AIPA
di rendere pubblica la bozza prima di produrre un testo definitivo:
davvero un'ottima idea.
Il linguaggio scarsamente tecnico e le raccomandazioni abbastanza
vaghe fanno pensare che questo scritto è diretto ai responsabili
"politici" della Pubblica Amministrazione, coloro che decideranno a
chi affidare la realizzazione dei siti e dei programmi e che ne
stabiliranno le linee guida.
L'accessibilità viene individuata per due grandi filoni:
- i siti web e più in generale tutta la documentazione presentata in
formato html, anche quando non viene distribuita via rete ma su
supporti fisici;
- i programmi applicativi preparati per conto della Pubblica
Amministrazione.
Con questa bozza si cerca di recepire le normative prodotte prima
dall'ONU (in tempi abbastanza remoti per altro) e dall'Unione
Europea poi.
La nostra analisi si è incentrata esclusivamente su quello che può
riguardare il Software Libero per due ragioni:
- fa parte dei nostri scopi istituzionali;
- ci sentiamo di fare nostre alcune critiche mosse dall'interno
della lista CyberRights (vedi
http://www.ecn.org/lists/cyber-rights/200102/msg00449.html,
http://www.ecn.org/lists/cyber-rights/200103/msg00104.html).
- Formati proprietari
La prima cosa che salta con evidenza agli occhi alla prima lettura è
l'assoluta mancanza di raccomandazioni che riguardino l'uso di
formati proprietari nella distribuzione delle informazioni.
Noi crediamo che l'uso, purtroppo assai diffuso in tutta la
distribuzione di documentazione da parte della Pubblica
Amministrazione, di formati proprietari sia un elemento di grave
limitazione all'accessibilità di questa documentazione sia per la
richiesta implicita di uso del software, sia per la potenza di
calcolo e di rete richiesta per l'elaborazione di queste
informazioni.
In particolare, per i documenti stampabili, ci riferiamo ai testi
resi disponibili esclusivamente in uno dei tanti formati doc per il
programma di videoscrittura Word, formati spesso incompatibili fra
loro anche fra diverse versioni del programma Word e comunque
difficilmente utilizzabili senza di esso. Per la realizzazione di
siti, ci riferiamo a quelli che per poter essere fruibili
necessitano di particolari aggiunte proprietarie ai navigatori, come
le aggiunte prodotte da Flashmedia.
In tutto il documento AIPA le indicazioni su quali formati preferire
per la memorizzazione e distribuzione delle informazioni risultano
estremamente generiche come nel caso del punto d) del paragrafo
"Criteri di applicazione delle regole di accessibilità", dove si
dice:
I documenti disponibili per lo scaricamento dovrebbero avere
formati accessibili: HTML, RTF, testo...
Noi crediamo che il testo di questo punto dovrebbe diventare:
I documenti disponibili per lo scaricamento devono essere resi
disponibili anche in formati accessibili quali: HTML, PDF,
testo...
Suggeriamo l'aggiunta del formato PDF (Portable Data
Format) realizzato dalla Adobe, del quale sono pubblicamente
disponibili le specifiche. Per tale formato è quindi possibile lo
sviluppo e la manutenzione di lettori e scrittori senza bisogno di
autorizzazione da parte dell'Adobe, ed infatti tali programmi
esistono in versione libera.
Lo stesso problema esiste anche per l'accessibilità dei siti web,
problema affrontato in modo più chiaro all'interno della bozza,
indicando come linee guida quelle stabilite dal consorzio del W3.
Il proposito in effetti è valido e importante, vista l'attuale
fiorire invece di tanti, troppi siti realizzati e progettati per
l'uso esclusivo con il navigatore Internet Explorer di Microsoft e
conseguentemente inutilizzabili da parte di chi vuole o è costretto
ad usare altri navigatori.
Lo stesso sito dell'AIPA utilizza il codice di caratteri
Windows-1252 invece dell'ISO 8859-1, standard
internazionale riconosciuto anche dall'Italia. Questa scelta
causa problemi di visualizzazione su gran parte dei sistemi non Windows.
- Scarsa conoscenza dei sistemi operativi di tipo Unix.
Nel paragrafo "Elenco delle configurazioni di tecnologia assistiva",
al punto "3. Applicativo Unix" si dice:
"Si intende che l'accesso avvenga tramite emulatore di terminale
VT100 sotto Dos, per cui si ricade nel caso 2."
lasciando sottindere che questa famiglia di sistemi operativi
presenti la sola interfaccia a caratteri, il che fa pensare ad
una conoscenza "per sentito dire" della famiglia dei sistemi Unix.
Tutti i sistemi di tipo Unix distribuiti negli ultimi dieci anni
sono dotati dell'interfaccia grafica X Windows, uno standard
industriale il cui sviluppo è tuttora molto attivo, e le cui
specifiche sono mature e pubblicamente disponibili.
Per questo tipo di interfaccia, ma anche per l'interfaccia
"classica" a caratteri di Unix è in corso un notevole sviluppo di
software assistivo, vedi ad esempio
http://ocularis.sourceforge.net.
- Questioni di licenze
Un'altra mancanza notevole è quella che riguarda le norme
consigliabili per la distribuzione della produzione informatica
della Pubblica Amministrazione.
Noi, in qualità di Associazione Software Libero, crediamo che lo
scopo della produzione informatica della Pubblica Amministrazione
sia di favorire la diffusione della propria documentazione; il mezzo
migliore per raggiungere un tale fine è di adottare per i programmi
una licenza di distribuzione che non ne limiti in alcun modo la
copia e la diffusione, impedendo nel contempo ai terzi di cambiare i
termini della licenza stessa. La copia e la diffusione dovrebbero
essere consentiti sia in forma direttamente utilizzabile (eseguibili
binari) che in forma modificabile (codice sorgente).
Vanno in questo senso alcune recenti proposte fatte al Parlamento
Italiano (vedi http://www.interlex.it/pa/emendam.htm) e
recenti leggi accettate dal Parlamento francese. Una licenza di
questo tipo, che è già stata ampiamente utilizzata da molti
anni per numerosi programmi (uno fra tutti il sistema GNU/Linux) è
la GPL di GNU:http://www.it.gnu.org/copyleft/gpl.html, di cui è
disponibile una traduzione italiana:
http://www.prosa.it/philosophy/gpl.txt.
Riteniamo che l'uso di licenze di questo tipo possa favorire
l'accessibilità dei programmi prodotti dalla pubblica
amministrazione, in quanto garantire la libertà di modifica permette
a chiunque, privati o aziende, di modificarli per adattarli a nuove
piattaforme, di portarli su sistemi operativi non previsti
all'inizio, di migliorarne l'usabilità prendendo il meglio da altri
programmi distribuiti con le stesse modalità.
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