Lettera di Microsoft al parlamentare Villanueva (Perù)
Nota: la traduzione è stata fatta basandosi più
sull'originale spagnolo che sulla traduzione inglese; i corsivi
sono esattamente come nell'originale, come pure la cacofonia
nel secondo corsivo del punto 8.
Le lettere originali si trovano su http://www.pimientolinux.com/peru2ms/.
La risposta di Villanueva, tradotta da Simone Piccardi e Domenico
delle Side, è qui.
San Isidro, 21 Marzo 2002
Signor
Edgar Villanueva Nuñez
Parlamentare della Repubblica
Stimato signore:
Prima di tutto vogliamo ringraziarla per l'opportunità che ci ha
dato di informarla su come stiamo lavorando nel Paese a beneficio del
settore pubblico, cercando sempre le migliori alternative per
realizzare l'implementazione dei programmi che permettano di
consolidare le iniziative di modernizzazione e trasparenza dello
Stato. Infatti, grazie al nostro incontro di oggi, Lei conosce le
nostre le nostre realizzazioni a livello internazionale nel
progetto di nuovi servizi per il cittadino, nella struttura di uno
Stato modello che rispetti e protegga il diritto d'autore.
Queste azioni, di cui abbiamo parlato, sono parte di una iniziativa
globale e oggi esistono diverse esperienze che hanno permesso la
collaborazione con programmi di appoggio allo Stato e alla comunità
nell'adozione della tecnologia come un elemento strategico per
migliorare la qualità della vita dei cittadini.
D'altra parte, come d'accordo in questa riunione, abbiamo
assistito al Forum realizzato al Parlamento della Repubblica il
6 di Marzo a proposito del progetto di legge che Lei propone, dove
abbiamo potuto ascoltare le varie presentazioni che ci portano
ora a esporre la nostra posizione in modo che Lei possa avere
una visione più ampia della situazione reale.
- Il progetto stabilisce l'obbligatorietà per ogni
organismo pubblico di impiegare esclusivamente software libero,
altrimenti detto a codice aperto, il quale trasgredisce i principi
di uguaglianza davanti alla legge, quello di non discriminazione
e i diritti della libera iniziativa privata, la libertà dell'industria
e di contrattazione protette dalla Costituzione.
- Il progetto, rendendo obbligatorio l'uso di software
a codice aperto, stabilisce un trattamento discriminatorio e non
competitivo nei contratti e nelle forniture degli organi pubblici,
violando i principi di base della Legge 26850 su Contratti e Forniture
dello Stato.
- Così, obbligando lo Stato a favorire un modello
commerciale che appoggi esclusivamente il software a sorgente aperto,
il progetto sta solo scoraggiando le aziende di produzione locali e
internazionale, quelle che realizzano davvero gli investimenti
importanti, quelle che creano un numero significativo di posti di
lavoro diretti e indiretti, oltre a contribuire al Prodotto Interno
Lordo; in contrapposizione ad un modello di software a codice aperto
che tende ad avere ogni volta un impatto economico minore in quanto
crea impiego principalmente nei servizi.
- Il progetto di legge impone l'uso di software a codice
aperto senza considerare i pericoli che questo può sollevare dal
punto di vista della sicurezza, della garanzia e della possibile
violazione dei diritti di proprietà intellettuale di terze parti.
- Il progetto usa in maniera erronea i concetti del
software a codice aperto, che non necessariamente implicano che il
software sia libero o a costo zero, arrivando a realizzare
conclusioni equivoche a proposito dei risparmi per lo Stato, senza
analisi di costi e benefici che rendano valida la posizione.
- È sbagliato pensare che il software a codice aperto
sia gratuito. Le ricerche realizzate dal Gartner Group (un
importante ricercatore del mercato tecnologico riconosciuto a livello
mondiale) hanno segnalato che il costo di acquisizione del software
(sistema operativo e applicazioni) è solo l'8% del costo totale che le
imprese e le istituzioni devono assumersi come conseguenza dell'uso
razionale e produttivo della tecnologia. Il restante 92% è costituito
dai costi di installazione, attivazione, supporto, manutenzione,
amministrazione e inoperatività.
- Uno degli argomenti a sostegno del progetto di legge è
la supposta gratuità del software a sorgente aperto, confrontato con
i costi del software commerciale, senza tenere in conto che
esistono sconti sull'acquisto in quantità delle licenze che
possono essere molto vantaggiose per lo Stato, come si è già visto
in altri paesi.
- In più, l'alternativa adottata dal progetto (i) è
chiaramente molto costosa per gli alti costi di transizione e
(ii) pone a rischio la compatibilità e la possibilità di
interoperabilità delle piattaforme informatiche all'interno dello
Stato, e tra lo stato e il settore privato, per le centinaia di
versioni di software a sorgente aperto che ci sono sul mercato.
- Il software a codice aperto nella maggior parte dei casi
non offre i livelli di servizio adeguati né la garanzia di un
fabbricante riconosciuto per fornire una maggior produttività da
parte degli utenti, ciò ha fatto sì che che varie entità pubbliche
siano tornate indietro nella scelta di andare per una soluzione di
software a codice aperto e ora usano software commerciale al suo
posto.
- Il progetto disincentiva la creatività
dell'industria peruviana del software, che fattura 40 milioni di
dollari all'anno, esporta 4 milioni di dollari (decimo prodotto
peruviano più esportato, più che l'artigianato) ed è una fonte di
impiego altamente qualificato. Con una legge che incentiva l'uso del
software a codice aperto, i programmatori di software perdono i loro
diritti di proprietà intellettuale e la loro principale fonte di
retribuzione.
- Il software a codice aperto, potendo essere
distribuito gratuitamente, non permette nemmeno di generare introiti
per i suoi sviluppatori per mezzo dell'esportazione. In questo
modo, si affievolisce l'effetto moltiplicatore della vendita del
software agli altri paesi e quindi l'accrescimento di questa
industria, mentre al contrario le norme di un Governo devono stimolare
l'industria locale.
- Al Forum si è discusso dell'importanza dell'uso del
software a sorgente aperto nell'educazione, senza commentare il
fallimento completo di questa iniziativa in un paese come il Messico,
dove proprio i funzionari statali che proposero il progetto hanno
detto che il software a codice aperto non ha permesso di fornire
un'esperienza di apprendimento agli alunni della scuola, mancavano
gli adeguati livelli di competenza a livello nazionale quindi non
è stato offerto adeguato supporto alla piattaforma e il software
non mostrò e non mostra i livelli di integrazione necessari con le
piattaforme che già esistono nelle scuole.
- Se il software a codice aperto soddisfa tutte le
richieste delle entità dello Stato, perché è richiesta una legge
per adottarlo? Non dovrebbe essere il mercato che decide liberamente
quali sono i prodotti che offrono più benefici e più valore?
La ringrazio molto per l'attenzione prestata a questa lettera e
vogliamo reiterarle il nostro interesse a incontrarci con voi per
poter esporre in più dettaglio i nostri punti di vista sul
progetto che ha presentato, e ci mettiamo a sua completa
disposizione per condividere esperienze e informazioni che
siamo sicuri potranno portare ad una migliore analisi ed
implementazione di una iniziative che abbia per obiettivo
la modernizzazione e la trasparenza dello Stato, per il beneficio
del cittadino.
Cordialmente
Juan Alberto González
Direttore Generale
Microsoft Perù