Ordine del Giorno al Comune di Bologna
  
    "SULL'AVVIO DI UNO STUDIO DI FATTIBILITÀ E PIANIFICAZIONE DELL'USO
    PROGRESSIVO DI SOFTWARE LIBERO E OPEN SOURCE NEL COMUNE DI BOLOGNA"
  
  IL CONSIGLIO COMUNALE DI BOLOGNA
  
  
  premesso che
  
  
    per software libero/open source si intende un software che possiede
    quattro libertà fondamentali: di accesso al codice sorgente, d'uso del
    codice sorgente, di modifica del codice sorgente e di distribuzione del
    codice sorgente e che questo comporta che il software libero possa essere
    liberamente eseguito, studiato, duplicato, installato in più copie,
    modificato e migliorato, distribuito e commercializzato;
   
  
    la General Public License (GPL) è una tipologia di licenza associata al
    software libero che formalizza le libertà di cui sopra, protegge il
    diritto d'autore di chi ha scritto il software (copyleft) e vincola chi
    distribuisca o commercializzi eventuali versioni software modificate,
    estese o integrate in altri sistemi al rilascio dei codici sorgenti delle
    nuove versioni;
   
  
    per software proprietario si intende, in contrapposizione al software
    libero, il software prodotto e distribuito in esclusiva da un produttore
    che ne detiene il copyright e se ne riserva la conoscenza dei codici
    sorgenti, nonché la proprietà, limitandosi a venderne le licenze di
    utilizzo; è da considerarsi proprietario anche il cosiddetto software
    freeware, cioè il software gratuito del quale l'autore non distribuisce né
    consente l'accesso ai codici sorgenti lasciando all'utente solo la
    possibilità di usare la versione in suo possesso;
   
  
    per formati di dati liberi si intendono i formati di salvataggio e di
    interscambio di dati informatici le cui specifiche complete di
    implementazione sono note, a disposizione di ogni utente e liberamente
    utilizzabili per tutti gli usi consentiti dalla legge; che sono
    documentati in modo completo e approfondito in maniera che sia possibile
    scrivere un programma per elaboratore elettronico in grado di leggere e
    scrivere dati in tali formati sfruttando tutte le strutture e le
    specifiche descritte nella documentazione; che non presentano restrizioni
    di alcun tipo al loro uso.
   
  
    considerato che
  
  
      internet e l'impiego di strumenti informatici stanno diventando sempre
      più diffusi sia nella Pubblica Amministrazione che nelle aziende e nelle
      abitazioni private e non appare opportuno che la Pubblica
      Amministrazione imponga ai cittadini, in modo diretto o indiretto,
      l'acquisto e l'uso di software proprietario per la gestione dei rapporti
      con la stessa;
   
  
    il cittadino, in un rapporto corretto con la Pubblica Amministrazione, ha
    il diritto di poter liberamente accedere alle informazioni pubbliche e
    pertanto la codifica di tali dati non deve essere legata ad un singolo
    proprietario;
   
  
    l'uso di formati aperti e liberi per conservare le informazioni consente
    alla Pubblica Amministrazione di mantenere il diritto all'accesso dei
    propri dati da qualsiasi applicazione e nel tempo garantendo pertanto
    l'effettiva proprietà dei propri dati;
   
  
    l'impiego di software libero/open source contribuisce a diffondere la
    cultura della legalità in quanto evita che, come spesso accade, l'utente
    copi illegalmente il software per interfacciarsi con le pubbliche
    amministrazioni che distribuiscono le proprie informazioni con formati
    proprietari;
   
  
    l'adozione di software libero/open source nelle scuole consentirebbe di
    distribuire liberamente il software agli studenti per poter studiare e
    fare esercitazioni a casa evitando di imporre l'acquisto di uno strumento
    proprietario o di spingere a farne una copia illegalmente;
   
  
    impedire la libera circolazione del software e, più in generale, delle
    innovazioni tecnologiche rappresenta un grave impedimento alla maturazione
    e al procedere della ricerca e della tecnologia stessa;
   
  
    l'adozione di software open source abbatte nettamente i costi di
    installazione, non dovendo pagare le licenze di uso e consentendo di
    investire maggiori risorse sulle personalizzazioni, sui servizi e sulla
    formazione;
   
  
    il modello open source rende la pubblica amministrazione e ogni altro
    utilizzatore indipendente dal fornitore e rappresenta un'efficace
    contributo alla lotta contro il monopolio da parte dei produttori di
    software;
   
  
    l'adozione di soluzioni basate su software libero/open source consente
    alla Pubblica Amministrazione di operare attivamente come committente di
    soluzioni invece che come semplice cliente/osservatore che acquista
    passivamente dal mercato, contribuendo a migliorare la qualità delle
    soluzioni stesse;
   
  
    l'indipendenza dai fornitori consente di poter affidare l'assistenza per
    un prodotto open source ad una o più aziende liberamente scelte favorendo
    così, oltre al principio di libera concorrenza, anche le imprese locali,
    stimolando la produzione italiana e l'economia di settore nel nostro
    paese, da sempre forte consumatore ma scarso produttore di software e
    favorendo la nascita di nuove opportunità occupazionali;
   
  
    l'accesso al codice sorgente dei programmi utilizzati consente alla
    Pubblica Amministrazione di verificare in proprio la qualità del software,
    l'esistenza di eventuali difetti, la sicurezza delle procedure d'accesso
    ai dati e la tutela della privacy;
   
  
    la pubblica amministrazione può comportarsi in modo realmente neutrale
    rispetto al mercato solo stendendo bandi pubblici che non escludano a
    priori il software libero/open source e cioè comportandosi come
    committente di soluzioni e non acquirente di licenze software;
   
  
    sono in numero crescente le esperienze di pubbliche amministrazioni dei
    paesi europei (Germania, Francia, Spagna, Austria, Belgio, Finlandia) ed
    extraeuropei (USA, Brasile, Cina, Messico) e che utilizzano il FLOSS ed
    esperienze simili sono attive anche in Italia (come la rete telematica
    della regione Toscana);
   
  
    Considerati inoltre
  
  
    il progetto di legge regionale n. 3017/2002 denominato "Norme in materia
    di pluralismo informatico, sulla adozione e la diffusione del software
    libero e sulla portabilità dei documenti informatici nella pubblica
    amministrazione";
   
  
    le proposte di legge S. 1188 del 26.02.02, C.2544 del 20.03.02, C. 3129
    del 3.09.02 e C. 3486 del 17.12.02, depositate in entrambi i rami del
    Parlamento Italiano in materia di pluralismo informatico e di
    incentivazione alla diffusione del software libero;
   
  
    Visti
  
  
    il principio costituzionale di buon andamento della Pubblica
    Amministrazione (art. 97 Cost.);
   
  
    il principio di economicità dell'attività amministrativa, di cui
    all'articolo 1, comma 1, della legge 7 agosto 1990, n. 241;
   
  
    il principio di uguaglianza (art. 2 Cost.) e il principio di imparzialità
    della Pubblica Amministrazione (art. 97 Cost.) che tutelano il diritto dei
    cittadini di accedere ai documenti pubblici senza discriminazioni
   
  
    l'istituzione, il 31 ottobre 2002, da parte del Ministro per l'Innovazione
    Tecnologica Lucio Stanca, della "Commissione per il software a codice
    sorgente aperto nella Pubblica Amministrazione", con lo scopo di studiare
    e valutare i nuovi sviluppi delle tecnologie dell'informazione e fornire
    alle amministrazioni pubbliche gli elementi di valutazione per le scelte e
    le strategie riguardo il software a codice sorgente aperto;
   
  
    INVITA LA GIUNTA
  
  
    ad avviare uno studio di fattibilità e pianificazione sull'utilizzo
    progressivo di formati di dati liberi e di software libero e open source
    nel Comune di Bologna;
   
  
    INVITA IL PARLAMENTO
  
  
    a discutere a approvare una legge che promuova il pluralismo informatico e
    l'uso del software libero e open source.
   
  Sergio Lo Giudice  
  Davide Ferrari  
        
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