Mozione del Comune di Torino
Nella seduta del 10 febbraio 2003, il Consiglio Comunale di Torino ha
approvato la mozione N. 9590/002 sui temi del software libero, con
l'obiettivo di introdurre gradualmente nella Pubblica Amministrazione
torinese l'uso di queste tecnologie.
La mozione è stata presentata dal consigliere della Margherita
Steffenino ed è stata sottoscritta da molti altri consiglieri.
Consiglio Comunale Città di Torino
MOZIONE N. 7 2002 n.09590/002
OGGETTO: SOFTWARE LIBERO.
"Il Consiglio Comunale di Torino,
PREMESSO CHE
viene definito come Software Libero quel software (sistemi operativi,
elaboratori di testo, gestori di database, navigatori internet, e in
generale programmi di qualunque tipo) per il quale siano garantite
all'utente le libertà di eseguire, copiare, distribuire, studiare,
cambiare e migliorare il software. Più precisamente, ci si riferisce a
quattro tipi di libertà per gli utenti del software:
-
Libertà di eseguire il programma, per qualsiasi scopo (libertà 0);
-
Libertà di studiare come funziona il programma e adattarlo alle
proprie necessità (libertà 1). L'accesso al codice sorgente ne è un
prerequisito;
-
Libertà di ridistribuire copie in modo da aiutare il prossimo
(libertà 2);
-
Libertà di migliorare il programma e distribuirne pubblicamente i
miglioramenti, in modo tale che tutta la comunità ne tragga beneficio
(libertà 3). L'accesso al codice sorgente ne è un prerequisito.
Un programma è software libero se l'utente ha tutte queste libertà;
CONSIDERATO CHE
il delicatissimo aspetto della sicurezza informatica non consiglia
l'impiego di software prodotto da aziende che non pubblicano il codice con
cui sono stati realizzati i programmi, rendendo di fatto impossibile anche
ad esperti sapere esattamente cosa quel programma fa o potrebbe fare. E'
noto ad esempio che alcuni programmi sono potenzialmente in grado di
inviare via Internet informazioni provenienti dal computer su cui sono
installati a computer remoti, anche all'insaputa dell'utente/acquirente, e
per la maggior parte dei software proprietari, essendo segreto il relativo
codice sorgente, è inattuabile o comunque molto complesso verificare se
tale possibilità sia o meno presente. Questo aspetto sconsiglierebbe
quanto meno l'impiego di software proprietari (senza codice sorgente
controllabile) su computer su cui siano depositati dati riservati e/o di
valore. Il rischio sopra esposto ha convinto alcuni paesi tra cui Francia
(ad esempio il Ministero della Cultura, dell'Educazione e del Tesoro), USA
(compresi agenzie governative come CIA, FBI, NASA, NSA), Gran Bretagna,
Argentina, Belgio, Danimarca, Brasile, Germania, Perù, Spagna, India,
Corea, Messico e Cina a dotare la propria Amministrazione pubblica
prevalentemente e preferibilmente di software a codice aperto (open
source);
in un'ottica di aumento della competitività nel mercato esiste
l'indubbio beneficio di sviluppare altresì delle alternative ed in
prospettiva si creino i presupposti per ottenere significativi
miglioramenti del rapporto tra il prezzo di un prodotto ed il ritorno in
termini di efficacia. In questo senso assume particolare rilevanza, ad
esempio, la decisione del Governo Norvegese di non procedere al rinnovo
automatico del programma di licensing tipico del software proprietario, a
tutto vantaggio di una nuova strategia maggiormente aperta alle soluzioni
basate sul software libero;
RILEVATO CHE
l'immissione sul mercato di nuove versioni di pacchetti software, spesso
diverse dalle precedenti solo per pochi dettagli o poche funzioni
marginali, non sempre garantiscono la compatibilità fra due versioni di
uno stesso prodotto (si vedano la maggior parte dei software proprietari
in commercio), generando così frequenti difficoltà nello scambio di dati
fra uffici della Pubblica Amministrazione. Ciò equivale in pratica ad una
costrizione piuttosto discutibile, per quanto variamente mascherata con
licenze multiple, sconti e piani di upgrade, ad acquistare sempre, a caro
prezzo, il prodotto più recente; aggiornamento che spesso significa, per
l'ufficio acquirente, anche un calo di produttività dovuto ad una maggior
lentezza dei prodotti più recenti (e pesanti), o una maggiore spesa per
aggiornare anche l'hardware;
RITENUTO CHE
requisiti essenziali per i dati della Pubblica Amministrazione
siano:
-
la sicurezza dei dati trattati e conservati;
-
la comunicabilità e accessibilità dei dati, cioè ad esempio ogni
documento messo a disposizione del pubblico dovrebbe essere in un
formato leggibile dai principali programmi di videoscrittura e non
solo da uno o pochi;
-
la stabilità del formato, al fine di garantire la permanenza nel tempo
della documentazione prodotta dall'Amministrazione, evitando di dover
ricominciare da zero in caso di cambiamento di hardware o software, di
conseguenza ogni documento deve essere in un formato reputato stabile
nel tempo, che non subisce evoluzioni con l'evoluzione del software
che lo elabora;
OSSERVATO CHE
l'acquisto delle nuove versioni di software proprietario rappresenta una
spesa ingente del totale della spesa informatica, con costi che si
avvicinano a quelli sostenuti per l'acquisto dell'hardware dei modelli più
recenti di personal computer;
tali stanziamenti di spesa potrebbero essere meglio investiti per
potenziare i servizi pubblici in rete, ad oggi spesso insufficienti, o per
la promozione di una maggiore alfabetizzazione informatica dei cittadini;
la tendenza considerata più conveniente, anche nell'ambito della
cosiddetta "nuova economia", è quella di spostare gli investimenti sui
servizi come assistenza, corsi, formazione in genere e installazione,
investendo più sugli uomini e sullo sviluppo;
continuare a proporre investimenti solo sul software proprietario e
pochissimo sui servizi e sul software libero è anacronistico e
probabilmente fuori mercato;
PRESO ATTO CHE
Il Consiglio Comunale con mozione del 30 settembre 2002 (mecc. 2002
04768/002) dal titolo "Innovazione tecnologica ed evoluzione dei servizi
comunali" si è espresso, già per un potenziamento dei servizi informatici
della Città per una fruibilità maggiore da parte dei cittadini.
Lo scorso 31 ottobre 2002, il Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie,
Lucio Stanca, ha firmato il Decreto che istituisce la "Commissione per il
software a codice sorgente aperto nella Pubblica Amministrazione", in
accordo col piano di miglioramento dell'efficienza, dell'efficacia e della
economicità dell'apparato statale per la cui realizzazione rientra, a
pieno titolo, lo studio e la valutazione dei nuovi sviluppi delle
tecnologie dell'informazione, quali l'Open source. Tale commissione è
presieduta dal prof. Meo del Politecnico di Torino;
RILEVATO CHE
L'uso di strumenti informatici e di Internet sarà generalizzato in ogni
abitazione civile (come e più del televisore) di qui a pochi anni, ciò
rende inopportuno che in ogni computer ci sia software prodotto da una
sola azienda il cui codice è noto solo al produttore;
CONSIDERATO CHE
La caratterizzazione tecnologica del distretto torinese lo rende
particolarmente adatto per investire verso nuove strade produttive, ed il
software libero potrebbe essere una delle carte vincenti.
Le prime presentazioni del progetto "Torino Wireless" avvenute
all'Unione Industriale hanno trattato il software libero come chiave di
sviluppo qualificante
IMPEGNA
Il Sindaco e la Giunta Comunale:
Nell'ambito del mantenimento di un livello ottimale di efficienza
e funzionalità dei prodotti software per gli uffici comunali:
-
ad avviare uno studio di fattibilità, di pianificazione e
sperimentazione, eventualmente tramite progetti pilota,
sull'introduzione progressiva di software libero nel Comune di Torino
e di sviluppo di applicativi per la P.A. in ambiente open source;
-
a tenere conto dei seguenti fattori nella scelta dei pacchetti
software da acquisire e utilizzare:
-
esigenze di sicurezza e quindi esclusivo impiego di software libero
per i computer destinati ad utilizzare e immagazzinare dati riservati,
protetti dalla legge sulla privacy o comunque di valore per
l'Amministrazione e/o per i cittadini;
-
componente costo del prodotto/assistenza fornita allorché siano state
riscontrate in offerta concorrenziale caratteristiche comparabili di
facilità d'uso e rispondenza dei singoli prodotti alle esigenze degli
enti stessi (specie laddove queste si identifichino, come normalmente
accade, nella semplice produzione di documenti, scambio di posta o in
altre elementari funzioni) nonché a verificare se analoghe
caratteristiche sono assicurate da prodotti che adottino licenze GPL o
similari;
-
nella creazione dei budget di spesa a dare maggior peso ai vantaggi
occupazionali per il territorio derivanti dagli investimenti in
assistenza, installazione e sviluppo ad hoc rispetto ai costi di
licenza del software;
-
a promuovere l'impiego di formati di dati standard, aperti e
documentati, in quanto di estrema importanza e flessibilità per
mantenere la piena compatibilità con futuri cambiamenti tecnici;
-
ad inserire nel programma dei corsi di riqualificazione informatica
per i dipendenti comunali anche l'impiego del sistema operativo
GNU/Linux e di altri prodotti di software libero (e quindi open
source) e ad indirizzare i dipendenti all'impiego esclusivo di formati
di salvataggio/interscambio leggibili da qualsiasi altro programma;
-
ad attivarsi, eventualmente prendendo contatti con associazioni e
gruppi locali, come GNUG (Gnug's Not a User Group) e LUG (Linux User's
Group) Torino, e nazionali, come ILS (Italian Linux Society) e AsSoLi
(Associazione Software Libero), per mettere in atto politiche per
diffondere maggiormente il software libero e open source nelle scuole,
in considerazione del valore didattico e culturale di tale tipo di
software, e in generale presso tutti i cittadini;
-
a privilegiare imprese di prossimità disposte a sottomettersi alla
rigorosa concorrenza imposta dal software libero;
-
a redigere le specifiche dei sistemi informativi basandosi sui
risultati attesi, e non sui nomi dei prodotti;
-
ad evitare che la fruizione di servizi Web di e-government sia
vincolata all'utilizzo di browsers proprietari, specie se funzionanti
solo su sistemi operativi proprietari e a pagamento;
-
ad adoperarsi affinché si individuino e si realizzino investimenti
adeguati, anche in collaborazione con altri attori istituzionali e
non, per promuovere nel territorio cittadino un distretto tecnologico
correlato con il software libero, in modo da accrescere la cultura, le
competenze, le risorse ed i collegamenti necessari per far diventare
Torino punto di eccellenza a livello europeo per quanto riguarda lo
sviluppo e la diffusione del software libero."
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