Mozione del Comune di Firenze
La prima mozione sul software libero approvata in un ente locale presentata
dal consigliere comunale dei verdi Alessio Papini, e stesa in collaborazione
con il Firenze Linux User Group. Approvata il 9 luglio 2001.
Introduzione e espansione di Software Libero nella Pubblica
Amministrazione
Proponenti: Alessio Papini, Riccardo Basosi, Simone Menci, Luca Pettini,
Gregorio Malavolti
Premesso che viene definito come Software Libero del software (sistemi
operativi, applicativi generici eleboratori di testo, gestori di database,
navigatori internet e applicativi più specialistici) il cui uso non sia
soggetto a limitazione, tranne quella di imporre limitazioni future sui
prodotti da esso derivati (con la cosiddetta licenza GPL: General Public
Licence) e il cui codice sorgente sia noto e liberamente disponibile;
Letto l'appello seguito da numerose firme di professionisti legati al
mondo informatico, operatori della pubblica amministrazione e altri
cittadini dal titolo "Soggezione informatica dello Stato italiano alla
Microsoft" che mette in evidenza il forte sbilanciamento da parte della
Pubblica Amministrazione verso l'impiego pressochè esclusivo di prodotti
software di una sola azienda sia per quel che riguarda i Sistemi Operativi
che per le applicazioni cosiddette da ufficio (word processor, data-base,
presentazioni, "client" di posta elettronica, ecc.): si consideri che tale
situazione ha instaurato un fortissimo monopolio sui prodotti software;
Considerato il delicatissimo aspetto, trattando la presente mozione di
enti pubblici, della sicurezza informatica, si fa presente come l'impiego
di prodotti proprietari di aziende che non rilasciano il codice con cui
sono stati prodotti i programmi rende di fatto impossibile anche ad
esperti sapere esattamente cosa quel programma fa o può fare o potrebbero
fare future versioni. E' noto che alcuni programi proprietari sono
potenzialmente in grado di inviare via internet notizie provenienti dal
computer su cui sono installati a computer remoti, anche all'insaputa
dell'acquirente, mentre la maggior parte dei software proprietari,
mantenendo segreto il codice sorgente, rendono inattuabile o comunque
molto complessa la verifica se tale possibilità sia o meno presente nei
software installati. Questo aspetto sconsiglierebbe quanto meno l'impiego
di software proprietari (senza codice sorgente controllabile) su personal
computers su cui siano depositati dati riservati e/o di valore. Il rischio
sopra esposto ha convinto alcuni paesi tra cui la Francia (ad esempio il
Ministero della Cultura, dell'Educazione e del Tesoro), gli USA (compresi
agenzie governative come CIA, FBI e NASA), il governo centrale Messicano e
la Cina a dotare la propria Amministrazione pubblica prevalentemente e
preferibilmente di software a codice aperto (open source);
considerato che nello stesso appello di cui sopra si rileva come
dei pacchetti software sopra indicati vengano messe sul mercato di
continuo nuove versioni dei prodotti, all'atto pratico diverse dalle
precedenti solo per pochi dettagli o poche marginali funzioni, e che, come
ogni utilizzatore di strumenti informatici ha avuto modo di osservare,
spesso non esiste compatibilità fra due versioni di uno stesso prodotto,
derivando così che se un qualunque ufficio della Pubblica Amministrazione
che ha acquistato i prodotti Office, poniamo, della serie 2000 trasmette
per posta elettronica o tramite floppy disk un documento elaborato con
questa versione ad un altro ufficio che utilizza ancora i prodotti Office
della serie precedente, quest'ultimo non sarà in grado di leggerlo. Si
tratta, in pratica, per quanto variamente mascherata con licenze multiple,
sconti e piani di upgrade, di una costrizione piuttosto discutibile, ad
acquistare sempre il prodotto piu' recente; aggiornamento che spesso
significa, per l'ufficio acquirente, o un calo di produttivita' dovuto ad
una maggior lentezza dei prodotti piu' recenti (e pesanti), od una
maggiore spesa per aggiornare anche lo hardware. Si tratta in pratica di
una costrizione piuttosto discutibile ad acquistare sempre, a caro prezzo,
il prodotto più recente;
ritenuto che requisiti essenziali per i dati della Pubblica
Amministrazione siano 1) la sicurezza dei dati trattati e conservati; 2)
Comunicabilità dei dati: cioè ogni documento messo a disposizione del
pubblico dovrebbe essere in un formato leggibile dai principali programmi
di videoscrittura e non solo da uno o pochi; 3) Stabilità del formato:
cioè al fine di garantire la permanenza nel tempo della documentazione
prodotta dall'amministrazione, evitando di dover ricominciare da zero in
caso di cambiamento di hardware o software quindi la continuità del lavoro
di essa, ogni documento deve essere in un formato riputato stabile nel
tempo, che non subisce evoluzioni con l'evoluzione del software che lo
elabora.
osservato che l'acquisto delle nuove versioni del software Microsoft
rappresenta una spesa ingente del totale della spesa informatica, con
costi che si avvicinano a quelli sostenuti per l'acquisto dell'hardware
dei modelli più recenti di personal computers;
visto che tali stanziamenti di spesa potrebbero essere meglio investiti
per potenziare il servizio di rete pubblico, ad oggi di potenzialità
insufficiente o per la promozione di una maggiore alfabetizzazione
informatica dei cittadini;
analizzato che la tendenza considerata più conveniente, anche nell'ambito
della cosiddetta "nuova economia", è quella di spostare gli investimenti
sui servizi come assistenza, corsi, formazione in genere e installazione,
investendo più sugli uomini: continuare a proporre investimenti solo sul
software e pochissimo sui servizi è anacronistico e probabilmente fuori
mercato;
evidenziato che contestualmente alla soggezione della Pubblica
Amministrazione ai prodotti Microsoft si registra il cronico e
incomprensibile disinteresse per il mondo del software libero, in
particolare per sistemi operativi ormai molto validi (come Linux) e altri
prodotti da ufficio funzionanti anche sotto windows e dalle
caratteristiche in buona parte sovrapponibli a quelli dei prodotti
Microsoft e che possono essere acquisiti anche gratuitamente;
osservato anche che la frequente presentazione da parte di siti pubblici
di documenti in formato "Microsoft word" (quasi che questo fosse l'unico
programma di videoscrittura esistente sul mercato) opera di fatto una
indebita e gratuita (almeno si facessero retribuire per la pubblicità!)
promozione di una società commerciale ai danni di altre;
in considerazione che sono già in atto e che fra breve è prevedibile
siano avviati nuovi corsi di riqualificazione informatica per i dipendenti
comunali;
Rilevato che internet e l'impiego di strumenti informatici diverrà
sicuramente quasi un obbligo per ogni abitazione civile (come e più del
televisore) di qui a pochi anni. Non sembra davvero opportuno che in ogni
computer, in ogni casa ci sia soltanto software prodotto da una sola
azienda e il cui codice non è noto a nessuno tranne ai produttori: questa
ipotesi, attualmente estremamente reale, apre scenari preoccupanti almeno
in potenza;
Considerato che in sede di discussione di bilancio 2000 è stato
accettato dalla Giunta un ODG presentata da alcuni dei proponenti di
questa mozione che proponeva di utilizzare parte dei fondi di bilancio
destinati ad acquisto di software per l’Amministrazione per
l’acquisto di software libero;
si invita l'Amministrazione Comunale
a rendere prioritario per gli uffici del Comune di Firenze e ad invitare
anche gli altri enti pubblici ad acquistare pacchetti software per ufficio
tenendo conto di:
- esigenze di sicurezza e quindi esclusivo impiego di software libero
o almeno open source per i computers destinati ad utilizzare e
immagazzinare dati riservati, protetti dalla legge sulla privacy o
comunque di valore per l’amministrazione e/o per i cittadini;
-
di valutare anche la componente costo del prodotto/assistenza fornita
allorché siano state riscontrate in offerta concorrenziale
caratteristiche comparabili di facilità d'uso e rispondenza dei
singoli prodotti alle esigenze degli enti stessi (specie laddove
queste si identifichino, come normalmente accade, nella semplice
produzione di documenti, scampio di posta o in altre elementari
funzioni) nonché a verificare se analoghe caratteristiche sono
assicurate da prodotti che possono essere acquisiti gratuitamente;
a considerare nella creazione dei budgets di spesa i vantaggi derivanti da
investire più in assistenza ed installazione e meno nel software in
particolare impiegando software libero;
a promuovere l'impiego di formati di dati standard, aperti e documentati,
in quanto di estrema importanza e flessibilità per mantenere la piena
compatibilità con futuri cambiamenti tecnici e avendo questo notevole
impatto nel caso di realizzazione di programmi ad hoc per la PA senza
nessuna conseguenza sulla facilità d'uso;
ad inserire nel programma dei corsi di riqualificazione informatica per i
dipendenti comunali anche l'impiego del sistema operativo Linux e di altri
prodotti di free software (e quindi open source) e ad indirizzare i
dipendenti all'impiego esclusivo nella spedizione di documenti di formati
di salvataggio/interscambio leggibili da qualsiasi altro programma di
scrittura (ad esempio formato rtf) e non semplicemente documenti
nell'ultima versione disponibile del programma di word processing di cui
dispongono; similmente si dovrebbe agire con gli altri programmi di
ufficio (tabelle, presentazioni, etc.)
ad attivarsi per mettere in atto politiche per diffondere maggiormente il
software libero e open source nelle scuole e presso tutti i cittadini.
Alessio Papini Verdi
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