Per l'introduzione di Software Libero nella Pubblica Amministrazione
Il Consiglio comunale di Ferrara
Premesso
che vengono definiti come "Software Libero" quei software (sistemi operativi,
elaboratori di testo, gestori di database, navigatori internet, e in generale
programmi di qualunque tipo) tali per cui siano garantite all'utente le
libertà di utilizzo, modifica e ridistribuzione dello stesso (ad esempio
tramite la cosiddetta licenza GPL - General Public License) e il cui codice
sorgente sia noto e liberamente disponibile;
Considerato
- il delicatissimo aspetto della sicurezza informatica all'interno degli
Enti Pubblici, e come l'impiego di prodotti proprietari di aziende che non
rilasciano il codice con cui sono stati prodotti i programmi rende di fatto
impossibile anche ad esperti sapere esattamente cosa quel programma fa o
potrebbe fare. È noto ad esempio che alcuni programmi sono potenzialmente in
grado di inviare via Internet informazioni provenienti dal computer su cui
sono installati a computer remoti, anche all'insaputa dell'utente/acquirente,
e per la maggior parte dei software proprietari, essendo segreto il relativo
codice sorgente, è inattuabile o comunque molto complesso verificare se tale
possibilità sia o meno presente.
- come di alcuni pacchetti software vengano messe sul mercato di continuo
nuove versioni, all'atto pratico spesso diverse dalle precedenti solo per
pochi dettagli, poche funzioni marginali, o a volte semplicemente per la
correzione di errori rilevati.
- come l'utilizzo di formati proprietari nello scambio di informazioni
(documenti, presentazioni, fogli di lavoro e così via) obblighi chi le
riceve (pubblica amministrazione, impresa o semplice cittadino) di dotarsi di
software proprietario - necessario alla loro lettura a volte incompatibile da
una versione all'altra.
- come il continuo diffondersi di virus informatici sia indirizzato
principalmente a sistemi operativi e applicativi proprietari di larga
diffusione di cui sfruttano le numerose falle nascoste nei codici dei
software costringendo i produttori a rilasciare continui aggiornamenti di
sicurezza.
Rilevato
- che i rischi e le problematiche sopra esposte hanno convinto alcuni
paesi tra cui Francia (ad esempio il Ministero della Cultura, dell'Educazione
e del Tesoro), Stati Uniti d'America (compresi agenzie governative come CIA,
FBI, NASA, NSA), Gran Bretagna, Argentina, Belgio, Danimarca, Brasile,
Germania, Perù, Spagna, India, Corea, Messico e Cina a dotare la propria
Amministrazione pubblica prevalentemente e preferibilmente di software a
codice aperto (open source);
- che il Parlamento tedesco ha deciso di portare l'open source sui sistemi
informativi istituzionali, la Gran Bretagna si sta indirizzando nel
prescrivere l'uso del Software libero nell'amministrazione pubblica, il
ministero alla Tecnologia sudafricano su indicazioni del National Advisory
Council on Innovation (NACI) sta promuovendo a tutti i livelli della Pubblica
Amministrazione, del business e della scuola l'uso degli strumenti Open Source
e il punto centrale dell'iniziativa IT della Commissione Europea "e-europe" è
la richiesta di sviluppo e diffusione di piattaforme di sicurezza con Software
Open Source;
- che la Direttiva del 19 dicembre 2003 "Sviluppo ed utilizzazione dei
programmi informatici da parte delle pubbliche amministrazioni". (Gazzetta
Ufficiale n. 31 del 7-2-2004) emanata dal Ministro per l'innovazione
tecnologica, a seguito del rapporto sull'Open source condotto dalla
Commissione precedentemente costituita, invita espressamente le
Amministrazioni a tener conto del fatto che tra le possibili soluzioni
tecnologiche utilizzabili esistono anche quelle "open source", ovvero
applicazioni il cui codice sorgente può essere liberamente studiato, copiato,
modificato e ridistribuito.
- Che nella Direttiva citata si invitano le P.A., nella scelta delle
soluzioni informatiche disponibili sul mercato, a seguire anche questi
criteri: la trasferibilità ad altre Amministrazioni delle soluzioni acquisite;
l'interoperabilità e la cooperazione applicativa tra le amministrazioni; la
non dipendenza da un unico fornitore o da un'unica tecnologia proprietaria; la
disponibilità del codice sorgente per ispezione e tracciabilità;
l'esportabilità di dati e documenti in più formati, di cui almeno uno di tipo
aperto. Le Amministrazioni dovranno poter "acquisire la proprietà" dei
programmi informatici sviluppati per loro dalle imprese fornitrici attraverso
idonee clausole contrattuali, e poter "trasferire la titolarità delle licenze
d'uso" ad altre amministrazioni senza oneri aggiuntivi.
- che recentemente il più importante e noto produttore di software ha
rinunciato al ricorso avverso la multa di 497 milioni di euro da parte
dell'Unione Europea a causa della sua posizione di monopolio di fatto,
accettando una sentenza che prevede anche lo scorporo di componenti
multimediali dal sistema operativo e l'apertura dei software
all'interoperabilità.
- che Internet e l'impiego di strumenti informatici diverrà sicuramente
quasi un obbligo per ogni abitazione civile (come e più del televisore) di qui
a pochi anni, non pare opportuno che in ogni computer, in ogni casa ci sia
soltanto software prodotto da una sola azienda e il cui codice non è noto a
nessuno tranne che al produttore: questa ipotesi, attualmente estremamente
reale, apre scenari potenzialmente preoccupanti;
Ritenuto che
requisiti essenziali per i dati della Pubblica Amministrazione siano:
- la sicurezza dei dati trattati e conservati;
- la comunicabilità e accessibilità dei dati, e quindi che ogni
documento messo a disposizione del pubblico deve esserlo in un formato
leggibile dai principali programmi di videoscrittura e non solo da uno o
pochi;
- la stabilità del formato, cioè al fine di garantire la permanenza nel
tempo della documentazione prodotta dall'amministrazione, evitando di
dover ricominciare da zero in caso di cambiamento di hardware o software,
e quindi la continuità del lavoro di essa, ogni documento deve essere in
un formato reputato stabile nel tempo, che non subisce evoluzioni con
l'evoluzione del software che lo elabora.
Osservato
- che l'acquisto delle nuove versioni del software (sistemi operativi e
applicativi per l'ufficio) rappresenta una spesa ingente del totale della
spesa informatica, con costi che si avvicinano a quelli sostenuti per
l'acquisto dell'hardware dei modelli più recenti di personal computer;
- che tali stanziamenti di spesa potrebbero essere meglio investiti per
potenziare i servizi pubblici in rete, ad oggi spesso insufficienti, o per la
promozione di una maggiore alfabetizzazione informatica dei dipendenti e dei
cittadini;
- che l'utilizzo di software libero permetterebbe di spostare risorse
dall'acquisto delle licenze di software proprietari agli investimenti su
servizi come personalizzazione del software, assistenza, corsi, formazione in
genere, investendo maggiormente nelle risorse umane interne
all'amministrazione e stimolando in questo senso le aziende informatiche del
territorio.
Si invita l'Amministrazione Comunale
Nell'ambito del mantenimento di un livello ottimale di efficienza e
funzionalità dei prodotti software per gli uffici comunali, ad avviare uno
studio di fattibilità e pianificazione sull'introduzione progressiva di
software libero nel Comune di Ferrara, in modo da utilizzare ove possibile di
preferenza software libero, e comunque a tenere conto dei seguenti fattori
nella scelta dei pacchetti software da acquisire e utilizzare:
- esigenze di sicurezza e quindi esclusivo impiego di software libero o
almeno open source per i computer destinati ad utilizzare e immagazzinare
dati riservati, protetti dalla legge sulla privacy o comunque di valore
per l'amministrazione e/o per i cittadini;
- rapporto fra costo del prodotto/assistenza fornita allorché siano
state riscontrate in offerta concorrenziale caratteristiche comparabili di
facilità d'uso e rispondenza dei singoli prodotti alle esigenze degli enti
stessi (specie laddove queste si identifichino, come normalmente accade,
nella semplice produzione di documenti, scambio di posta o in altre
elementari funzioni) nonché a verificare se analoghe caratteristiche sono
assicurate da prodotti che possono essere acquisiti gratuitamente;
A considerare nella creazione dei budget di spesa i vantaggi derivanti
dall'investire più in assistenza ed installazione e meno nei costi di licenza
del software, in particolare impiegando software libero, con il
coinvolgimento di aziende del territorio;
A promuovere l'impiego di formati di dati standard, aperti e documentati,
in quanto di estrema importanza e flessibilità per mantenere la piena
compatibilità con futuri cambiamenti tecnici e avendo questo notevole impatto
nel caso di realizzazione di programmi ad hoc per la PA senza nessuna
conseguenza sulla facilità d'uso;
Ad inserire nel programma dei corsi di riqualificazione informatica per i
dipendenti comunali anche l'impiego del sistema operativo Linux e di altri
prodotti di software libero (e quindi open source) e ad indirizzare i
dipendenti all'impiego esclusivo nella spedizione di documenti di formati di
salvataggio/interscambio leggibili da qualsiasi altro programma di scrittura e
non semplicemente, ad esempio, documenti nell'ultima versione disponibile del
programma di word processing di cui dispongono;
Ad attivarsi, eventualmente prendendo contatti con associazioni e gruppi
che si occupano di Software Libero, per mettere in atto politiche per
diffonderlo maggiormente nelle Scuole e nelle Università, in considerazione
del valore didattico e culturale di tale tipo di software, e in generale
presso tutti i cittadini.
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