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Fotografia del sito dell'Associazione Software Libero a fine 2005

Associazione Software Libero

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Per l'introduzione di Software Libero nella Pubblica Amministrazione

Il Consiglio comunale di Ferrara

Premesso

che vengono definiti come "Software Libero" quei software (sistemi operativi, elaboratori di testo, gestori di database, navigatori internet, e in generale programmi di qualunque tipo) tali per cui siano garantite all'utente le libertà di utilizzo, modifica e ridistribuzione dello stesso (ad esempio tramite la cosiddetta licenza GPL - General Public License) e il cui codice sorgente sia noto e liberamente disponibile;

Considerato

- il delicatissimo aspetto della sicurezza informatica all'interno degli Enti Pubblici, e come l'impiego di prodotti proprietari di aziende che non rilasciano il codice con cui sono stati prodotti i programmi rende di fatto impossibile anche ad esperti sapere esattamente cosa quel programma fa o potrebbe fare. È noto ad esempio che alcuni programmi sono potenzialmente in grado di inviare via Internet informazioni provenienti dal computer su cui sono installati a computer remoti, anche all'insaputa dell'utente/acquirente, e per la maggior parte dei software proprietari, essendo segreto il relativo codice sorgente, è inattuabile o comunque molto complesso verificare se tale possibilità sia o meno presente.

- come di alcuni pacchetti software vengano messe sul mercato di continuo nuove versioni, all'atto pratico spesso diverse dalle precedenti solo per pochi dettagli, poche funzioni marginali, o a volte semplicemente per la correzione di errori rilevati.

- come l'utilizzo di formati proprietari nello scambio di informazioni (documenti, presentazioni, fogli di lavoro e così via) obblighi chi le riceve (pubblica amministrazione, impresa o semplice cittadino) di dotarsi di software proprietario - necessario alla loro lettura a volte incompatibile da una versione all'altra.

- come il continuo diffondersi di virus informatici sia indirizzato principalmente a sistemi operativi e applicativi proprietari di larga diffusione di cui sfruttano le numerose falle nascoste nei codici dei software costringendo i produttori a rilasciare continui aggiornamenti di sicurezza.

Rilevato

- che i rischi e le problematiche sopra esposte hanno convinto alcuni paesi tra cui Francia (ad esempio il Ministero della Cultura, dell'Educazione e del Tesoro), Stati Uniti d'America (compresi agenzie governative come CIA, FBI, NASA, NSA), Gran Bretagna, Argentina, Belgio, Danimarca, Brasile, Germania, Perù, Spagna, India, Corea, Messico e Cina a dotare la propria Amministrazione pubblica prevalentemente e preferibilmente di software a codice aperto (open source);

- che il Parlamento tedesco ha deciso di portare l'open source sui sistemi informativi istituzionali, la Gran Bretagna si sta indirizzando nel prescrivere l'uso del Software libero nell'amministrazione pubblica, il ministero alla Tecnologia sudafricano su indicazioni del National Advisory Council on Innovation (NACI) sta promuovendo a tutti i livelli della Pubblica Amministrazione, del business e della scuola l'uso degli strumenti Open Source e il punto centrale dell'iniziativa IT della Commissione Europea "e-europe" è la richiesta di sviluppo e diffusione di piattaforme di sicurezza con Software Open Source;

- che la Direttiva del 19 dicembre 2003 "Sviluppo ed utilizzazione dei programmi informatici da parte delle pubbliche amministrazioni". (Gazzetta Ufficiale n. 31 del 7-2-2004) emanata dal Ministro per l'innovazione tecnologica, a seguito del rapporto sull'Open source condotto dalla Commissione precedentemente costituita, invita espressamente le Amministrazioni a tener conto del fatto che tra le possibili soluzioni tecnologiche utilizzabili esistono anche quelle "open source", ovvero applicazioni il cui codice sorgente può essere liberamente studiato, copiato, modificato e ridistribuito.

- Che nella Direttiva citata si invitano le P.A., nella scelta delle soluzioni informatiche disponibili sul mercato, a seguire anche questi criteri: la trasferibilità ad altre Amministrazioni delle soluzioni acquisite; l'interoperabilità e la cooperazione applicativa tra le amministrazioni; la non dipendenza da un unico fornitore o da un'unica tecnologia proprietaria; la disponibilità del codice sorgente per ispezione e tracciabilità; l'esportabilità di dati e documenti in più formati, di cui almeno uno di tipo aperto. Le Amministrazioni dovranno poter "acquisire la proprietà" dei programmi informatici sviluppati per loro dalle imprese fornitrici attraverso idonee clausole contrattuali, e poter "trasferire la titolarità delle licenze d'uso" ad altre amministrazioni senza oneri aggiuntivi.

- che recentemente il più importante e noto produttore di software ha rinunciato al ricorso avverso la multa di 497 milioni di euro da parte dell'Unione Europea a causa della sua posizione di monopolio di fatto, accettando una sentenza che prevede anche lo scorporo di componenti multimediali dal sistema operativo e l'apertura dei software all'interoperabilità.

- che Internet e l'impiego di strumenti informatici diverrà sicuramente quasi un obbligo per ogni abitazione civile (come e più del televisore) di qui a pochi anni, non pare opportuno che in ogni computer, in ogni casa ci sia soltanto software prodotto da una sola azienda e il cui codice non è noto a nessuno tranne che al produttore: questa ipotesi, attualmente estremamente reale, apre scenari potenzialmente preoccupanti;

Ritenuto che

requisiti essenziali per i dati della Pubblica Amministrazione siano:

  • la sicurezza dei dati trattati e conservati;
  • la comunicabilità e accessibilità dei dati, e quindi che ogni documento messo a disposizione del pubblico deve esserlo in un formato leggibile dai principali programmi di videoscrittura e non solo da uno o pochi;
  • la stabilità del formato, cioè al fine di garantire la permanenza nel tempo della documentazione prodotta dall'amministrazione, evitando di dover ricominciare da zero in caso di cambiamento di hardware o software, e quindi la continuità del lavoro di essa, ogni documento deve essere in un formato reputato stabile nel tempo, che non subisce evoluzioni con l'evoluzione del software che lo elabora.

Osservato

- che l'acquisto delle nuove versioni del software (sistemi operativi e applicativi per l'ufficio) rappresenta una spesa ingente del totale della spesa informatica, con costi che si avvicinano a quelli sostenuti per l'acquisto dell'hardware dei modelli più recenti di personal computer;

- che tali stanziamenti di spesa potrebbero essere meglio investiti per potenziare i servizi pubblici in rete, ad oggi spesso insufficienti, o per la promozione di una maggiore alfabetizzazione informatica dei dipendenti e dei cittadini;

- che l'utilizzo di software libero permetterebbe di spostare risorse dall'acquisto delle licenze di software proprietari agli investimenti su servizi come personalizzazione del software, assistenza, corsi, formazione in genere, investendo maggiormente nelle risorse umane interne all'amministrazione e stimolando in questo senso le aziende informatiche del territorio.

Si invita l'Amministrazione Comunale

Nell'ambito del mantenimento di un livello ottimale di efficienza e funzionalità dei prodotti software per gli uffici comunali, ad avviare uno studio di fattibilità e pianificazione sull'introduzione progressiva di software libero nel Comune di Ferrara, in modo da utilizzare ove possibile di preferenza software libero, e comunque a tenere conto dei seguenti fattori nella scelta dei pacchetti software da acquisire e utilizzare:

  • esigenze di sicurezza e quindi esclusivo impiego di software libero o almeno open source per i computer destinati ad utilizzare e immagazzinare dati riservati, protetti dalla legge sulla privacy o comunque di valore per l'amministrazione e/o per i cittadini;
  • rapporto fra costo del prodotto/assistenza fornita allorché siano state riscontrate in offerta concorrenziale caratteristiche comparabili di facilità d'uso e rispondenza dei singoli prodotti alle esigenze degli enti stessi (specie laddove queste si identifichino, come normalmente accade, nella semplice produzione di documenti, scambio di posta o in altre elementari funzioni) nonché a verificare se analoghe caratteristiche sono assicurate da prodotti che possono essere acquisiti gratuitamente;

A considerare nella creazione dei budget di spesa i vantaggi derivanti dall'investire più in assistenza ed installazione e meno nei costi di licenza del software, in particolare impiegando software libero, con il coinvolgimento di aziende del territorio;

A promuovere l'impiego di formati di dati standard, aperti e documentati, in quanto di estrema importanza e flessibilità per mantenere la piena compatibilità con futuri cambiamenti tecnici e avendo questo notevole impatto nel caso di realizzazione di programmi ad hoc per la PA senza nessuna conseguenza sulla facilità d'uso;

Ad inserire nel programma dei corsi di riqualificazione informatica per i dipendenti comunali anche l'impiego del sistema operativo Linux e di altri prodotti di software libero (e quindi open source) e ad indirizzare i dipendenti all'impiego esclusivo nella spedizione di documenti di formati di salvataggio/interscambio leggibili da qualsiasi altro programma di scrittura e non semplicemente, ad esempio, documenti nell'ultima versione disponibile del programma di word processing di cui dispongono;

Ad attivarsi, eventualmente prendendo contatti con associazioni e gruppi che si occupano di Software Libero, per mettere in atto politiche per diffonderlo maggiormente nelle Scuole e nelle Università, in considerazione del valore didattico e culturale di tale tipo di software, e in generale presso tutti i cittadini.

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