INCONTRO / CONFERENZA STAMPA

Venerdì 12 settembre, ore 10:30

Uffici del Parlamento europeo a Roma,

via IV Novembre, 149 - ROMA

BREVETTI SOFTWARE:

NO ALLA BREVETTABILITA’ DELLE IDEE

Alfonso Gambardella

(Punti principali dell’intervento)

Seppur presentata come un tentativo di definire le "regole del gioco", la proposta di una Direttiva per la brevettabilità delle invenzioni attuate per mezzo di computer emersa dal Comitato per gli Affari Legali e il Mercato Interno (JURI) del Parlamento Europeo, creerà le condizioni per una maggiore brevettazione del software.

Ciò potrebbe avere alcune conseguenze indesiderate. In particolare:

E’ per questi motivi che un gruppo di economisti, che include alcuni degli studiosi internazionali più noti nel campo dell’economia e del management dell’innovazione, ha inviato una lettera aperta al Parlamento Europeo.

Il gruppo di economisti sostiene che né la Direttiva né l’analisi messa a disposizione del Parlamento dalla Commissione e dal Comitato per gli Affari Legali e il Mercato Interno, tiene conto in maniera sufficiente delle conseguenze negative che gli incentivi alla brevettazione nel software potrebbero avere sulle piccole-medie imprese e sulle comunità "aperte" di produttori di software, e dunque sullo sviluppo dell’industria nel suo complesso.

Inoltre, né la Direttiva né l’analisi tiene sufficientemente conto del problema della brevettazione per scopi strategici. La questione sta destando grande preoccupazione negli stessi Stati Uniti, dove in diversi settori le imprese, e in particolare le grandi imprese, hanno creato vero e propri portafogli di brevetti attraverso cui bloccano sviluppi tecnologici indipendenti realizzati da altri. Ciò ha dato luogo oltretutto ad un forte aumento dei costi (legali e non) di gestione dei brevetti. Molte imprese sono oggi costrette ad impiegare persone e risorse specificamente per la gestione legale dei rispettivi portafogli, anziché utilizzarle per lo sviluppo e la gestione delle innovazioni.

Il gruppo di economisti auspica che la Direttiva non sia approvata nella forma attuale.

Ritiene che la Commissione dovrebbe promuovere un’analisi economica più approfondita che tenga nella giusta considerazione le conseguenze della brevettazione del software per lo sviluppo e l’uso del software stesso in Europa.

Auspica inoltre la creazione di un Osservatorio Europeo sui Brevetti, così come indicato dalla stessa analisi della Commissione citata sopra, e così come fatto dalla Commissione stessa in altri campi (es. Osservatorio Europeo sull’Occupazione, sulle Relazioni Industriali, sulle Piccole-Medie Imprese). L’Osservatorio Europeo sui Brevetti dovrebbe essere un’agenzia indipendente e disinteressata avente come obiettivo la realizzazione di studi caratterizzati da alto rigore scientifico e indipendenza di giudizio, basati su processi di peer review, a supporto delle decisioni politiche in materia.

Allegato

Lettera aperta al Parlamento Europeo in merito alla proposta di Direttiva sulla brevettabilità delle invenzioni attuate per mezzo di computer

Il gruppo di economisti firmatari di questa lettera manifestano una grave preoccupazione in merito alla proposta di una Direttiva sulla brevettabilità delle invenzioni attuate per mezzo di computer emersa dal Comitato per gli Affari Legali e il Mercato Interno (JURI) del Parlamento Europeo e che verrà votata il prossimo 22 settembre, 2003. Seppur nella veste di un chiarimento amministrativo, la Direttiva proposta creerà opportunità ed incentivi alla costruzione di ampi portafogli di brevetti nel software. Lo sfruttamento di questi portafogli avrà effetti negativi seri sull’innovazione, la crescita e la competitività europea.

A differenza di molte tecnologie complesse, il software può essere sviluppato da piccole imprese o persino da individui. I brevetti software danneggiano l’innovazione perché aumentano i costi e le incertezze nell’assemblaggio dei numerosi componenti che sono necessari per creare programmi complessi, vincolando così la velocità e l’efficacia dell’innovazione. Questi rischi sono particolarmente pesanti per le piccole e medie imprese, che giocano un ruolo centrale nel produrre innovazioni nel software in Europa e in Nord America. Inoltre, all’interno del settore dell’informatica e delle telecomunicazioni, l’espansione della protezione brevettuale ha dato adito ad un uso strategico dei brevetti, senza però dar luogo ad un aumento delle innovazioni.

Il copyright e altre regole della concorrenza permettono alle piccole e medie imprese di software di crescere nonostante il forte vantaggio in termini di dimensione delle risorse delle grandi imprese. Un recente rapporto della National Academy of Sciences negli Stati Uniti ha concluso che: "lo sviluppo e la produzione del software e dei relativi sistemi potrebbe smettere di essere una industria di piccole imprese a seguito dell’esigenza di accedere ad accordi di licenze incrociate e della protezione legale delle grandi imprese". Mentre alcune piccole e medie imprese potranno in effetti essere capaci di prosperare in questo nuovo ambiente, molte di loro non lo saranno. In particolare, il rafforzamento degli standard di brevettabilità offuscherebbe le prospettive di ascesa di una industria del software open source preservando al tempo stesso le posizioni dominanti degli attuali leader di mercato.

Siamo inoltre preoccupati del fatto che l’analisi messa a disposizione del Parlamento dalla Commissione e dal Comitato per gli Affari Legali e il Mercato Interno non riconosce il problema della brevettazione per scopi strategici (ossia mirata ad esempio a bloccarne l’uso da parte dei concorrenti) che sta invece diventando oggetto di grande attenzione e di ricerca negli Stati Uniti, nonché una caratteristica unica dello sviluppo del software e del suo utilizzo (una critica più dettagliata dell’analisi realizzata dalla Commissione è disponibile su http://www.researchineurope.org/policy/critique.pdf).

Chiediamo perciò al Parlamento Europeo di non approvare la Direttiva proposta nella sua forma attuale e di richiedere che la Commissione sviluppi un’analisi economica che tenga nella giusta considerazione le conseguenze della brevettazione del software per lo sviluppo e l’uso del software stesso in Europa.

Birgitte Andersen, Birkbeck, University of London

Paul A. David, Oxford Internet Institute and Stanford University

Lee N. Davis, Copenhagen Business School

Giovanni Dosi, Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa

David Encaoua, Université Paris I

Dominique Foray, IMRI Université Dauphine

Alfonso Gambardella, Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa

Aldo Geuna, SPRU, University of Sussex

Bronwyn H. Hall, University of California, Berkeley and Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa

Dietmar Harhoff, Ludwig-Maxmiliens Universitaet

Peter Holmes, SEI, University of Sussex

Luc Soete, MERIT, University of Maastricht

W. Edward Steinmueller, SPRU, University of Sussex